Se l’avessi chiamata così la newsletter, mi avresti presa in giro. Ma non avrei avuto tutti i torti, o no?
Quanto sono lunghe le newsletter che vogliono essere innovative, stravaganti, più smart, ma che poi somigliano a un romanzo in tomi o ad un’enciclopedia britannica?
Non so quante ne ricevi tu al giorno, ma devo confessarti una cosa: io alcune le getto senza nemmeno più aprirle. Sono pigra? Forse. Dovrei disiscrivermi? Può darsi.
Intanto te ne consiglio due da non perdere: La Non Newsletter delle storie contagiose e Cancelli Aperti.
🍳 Andiamo al sodo…
Voglio raccontarti - ma sarò breve - che essere brevi è bello. Non pensavo di poterci riuscire. E invece è possibile.
Vado al dunque.
Vincenzo Moretti ha fatto stampare la prima carta del lavoro ben fatto e ne sono felice. Ma vorrei coinvolgerti per far sentire felice anche te di questo progetto che vorrei appartenesse un po’ a tutti.
Qui ti spiego bene: La prima carta del #lavorobenfatto, la prima pietra per un nuovo inizio
Questa è la foto della prima carta stampata (fronte / retro)
🏐 E ora la palla a te…
Per te cosa significa “Nessuno si senta escluso”? Raccontami, se ti va, come useresti le carte del lavoro ben fatto e cosa rappresenta per te questa prima carta.
Dai, ti aspetto! Nella risposta puoi essere bre o molto bre.
Sono stata bre?
Alla prossima!
E ricorda: leggi responsabilmente
Laura