Licorice Pizza | Un film per ricordarci quanto siamo affamati di speranza
Se il cinema ti riporta al primo innamoramento e a quando tutto sembrava possibile
[La musica salva tutto. Anche i film]
Il film che penso sia stato salvato (anche) dalla musica si chiama "Licorice Pizza". In Italia è appena uscito nelle sale cinematografiche e pare di capire che sia già percepito come un cult da critici e cineasti.
Cominciava con queste parole la prima versione del post che ho scritto a proposito di Licorice Pizza, nona pellicola del regista Paul Thomas Anderson.
Il mio post, nel corso delle settimane, ha poi subìto rivisitazioni, aggiunte, ritorni, ripensamenti. Un andirivieni di pensieri e ricerche correlate: che è ciò che in fondo ci aspettiamo dal cinema, ovvero che ci renda curiosi di guardare oltre e a fondo.
Così ho deciso di trasformare quel post embrionale in questo nuovo numero della mia newsletter.
Parto dalle basi, segnalandoti un articolo che spiega la scelta del titolo:
Licorice Pizza, da dove viene e cosa significa il titolo del film di Paul Thomas Anderson
Procedo ora per gradi raccontandoti cosa ha lasciato in me questo film e i tanti motivi per i quali dovresti vederlo e farti una tua idea.
🟠 Licorice Pizza racconta l'innamoramento: non tanto il primo amore ma le prime vere illusioni legate all’amore e alla vita.
E lo fa tra le note musicali in un'America del '73 alle prese con la crisi energetica. Tuttavia per la storia in sé (almeno per me) non conta troppo la localizzazione o il contesto storico, perché alla fine in un film le persone cercano sempre di vedere se stesse a prescindere dalla geografia. E Licorice Pizza, contesti specifici a parte, racconta l'amore impossibile che poi forse diventa possibile e che resta avvolto da un forte sottofondo musicale e da una luce a tratti accecante, quasi si trattasse solo di un sogno. Ci si tocca molto con gli sguardi, con le parole, con le rincorse.
🟠 Musica e Nostalgia: due componenti essenziali nel film.
Ma la nostalgia non è solo quella per un tempo passato ma anche quella che si prova per lo straordinario attore Philip Seymour Hoffman, morto tragicamente di overdose a soli 46 anni.
Un'eredità davvero ingombrante quella del figlio, Cooper Hoffman, che in Licorice Pizza interpreta il protagonista Gary Valentine e che si spera possa fare il suo percorso attoriale in autonomia e non offuscato dallo spettro del padre, a cui è inevitabile che venga paragonato.
Ti auguro buona fortuna, caro Cooper, in una società che vive di paragoni.
La nostalgia che emerge dal film è anche quella verso un mondo in cui ci si poteva innamorare mentre in sottofondo David Bowie, i Doors e Paul McCartney lasciavano in eredità al mondo i loro pezzi più belli.
🟠 Ho imparato a non aspettarmi troppo dal cinema, e anche in questo caso le infiltrazioni sul tema principale volano al limite dello sguardo: là dove solo la parte più cinica del nostro animo sa arrivare.
Un esempio abbastanza lampante è lo sfottò nei confronti dei giapponesi (o come puntualizza il regista: la rappresentazione degli americani razzisti che scimmiottano l’accento giapponese), di cui ha scritto, tra gli altri, Randy Boyagoda nell’articolo Are Audiences Smart Enough to Handle Ambiguity?.
🟠 Ammiccamenti a parte, filtrando ed eliminando anche le geografie di contesto, quel che resta per me sono Musica e Nostalgia. Ma soprattutto Ricordi che si cristallizzano in musica.
Una musica che ti prende così tanto da farti dimenticare, a tratti, protagonisti e contesto. Perché, sciacquando ancora, quel che resta del film è il ricordo del nostro primo vero innamoramento e, su tutte le meravigliose musiche, "Life on Mars?" di Bowie.
🟠 Grazie a Licorice Pizza ho scoperto una canzone di Paul McCartney e un'altra dei Doors (c’è da dire che tutta la colonna sonora merita una menzione speciale).
Grazie a questo film ho ricordato quanto fosse stupenda "Life on Mars?" perché stavo rischiando di dimenticarlo. E quindi: grazie, David, di essere passato da questa terra! 😍
🎵 Se vuoi ascoltare la colonna sonora, corri a rifarti le orecchie QUI
O qui su Spotify:
David Bowie:
Paul McCartney:
🌸 Leggerezza che si trasforma in qualcosa di più
Licorice Pizza è un film "leggero" che però ha riverberi nel tempo. In che modo?
Un collega qualche giorno fa mi ha ricordato di quando, da giovanissimi, si era soliti prendere di mira il ragazzo o la ragazza oggetto del desiderio prendendo a calci la sua cartella. Una prerogativa pressoché maschile: diciamolo.
L'approccio del quindicenne Gary in Licorice Pizza sembra invece quello di un adulto più che di un ragazzino. Ma di un adulto dolce e smaliziato, atipico rispetto agli altri adulti del film, che appaiono come figure assenti ed evanescenti oppure oppressive e persino viscide.
Le mire di Gary da imprenditore ci fanno sorridere se pensiamo con occhi realistici al finto sogno americano, dove tutto sembra possibile al suono di un ottimistico “basta volerlo”. La realtà per chi vuol fare impresa è assai diversa: se sei una persona onesta di certo avrai grosse difficoltà ad aprire un tuo business. Ma questo è un problema che in Licorice Pizza non traspare minimamente, dacché il film mantiene fede all’idea illusoria del sogno da realizzare, sogno d’amore come sogno di realizzazione professionale.
🌀 Ed ora ti lascio alcuni assaggi di Recensioni per farti venire l’acquolina
🧁 Movieplayer:
"Una storia d’amore e di innamoramento che ha il sapore dei ricordi giovanili e il ritmo di una canzone che salta da una traccia all’altra di un 33 giri. Senza seguire una storia lineare, Licorice Pizza è un viaggio emotivo dentro un rapporto complesso e purissimo." - Continua
🧁 CiakClub:
"Ma noi, che possiamo uscire, è forse ora che smettiamo di rimanere spettatori passivi delle nostre stesse vite. E che ci mettiamo a correre, per dove non si sa, per chi lo sapevamo fin dall’inizio. Anche se questo, ci sembrerà, significa relegarsi al mondo dei quindicenni. E invece no, è l’amore a renderci grandi, a rendere grande questo film. A farci ricominciare a correre a perdifiato anche se la gente dice che non sei il mio tipo, cantavano Sonny & Cher. E anche se c’è sangue per le strade e ci arriva alle ginocchia in questa fantomatica Los Angeles, cantava un ragazzo, tale Jim Morrison, che adulto non sarebbe diventato mai." - Continua
🧁 Badtaste:
"Che il cinema legato ad un certo periodo sia accompagnato dalla musica di quel periodo non si inventa di certo adesso, ma nessuno come lui [Paul Thomas Anderson] fa discendere da quella musica il mood del momento invece che l’anno di ambientazione. Si pensi a quando nel bellissimo inizio di Licorice Pizza la musica di Nina Simone non parla tanto di quell’epoca (ci sono brani di certo più iconici che tutti associano a quell’anno) ma parla di un’atmosfera strana come strana è la relazione che sta nascendo. Il cinema-nostalgia di fine anni ‘70 non userebbe mai quel brano, solo il cinema-ricordo lo può fare." - Continua
🧁 Players Magazine:
”Scegliersi tra migliaia di scelte, avventurarsi in una storia tra migliaia di avventure possibili è l’amore messo in scena da Anderson, un amore ingenuo ma saldo che sembra oscillare tra il “vorrei” di Come Eravamo (Sydney Pollack, 1973) e il “ma non posso” di Frutto Proibito (Billy Wilder, 1942).” - Continua
🧁 Sentieri Selvaggi:
”Ed allora, a malincuore, bisogna nutrire il sospetto che questa non sia neanche una storia d’amore, perché a separare Gary e Alana, durante tutto il film, c’è, prima di tutto, la visione del mondo. Se lei si rassegna a cambiare la sua visione del mondo è a causa delle delusioni che il mondo ha inferto ai suoi progetti ed ai suoi ideali. Allora, forse, l’amore è anch’esso una rappresentazione, è proprio come quello del cinema: una folle corsa insieme, mano nella mano, un soffice bacio, fra colori caldi. Un ciak perfetto … da sembrare vero.” - Continua
🧁 Lega Nerd:
”Paul Thomas Anderson decide di giocare il rapporto tra i suoi protagonisti sulla linea sottile tra la fine dell’infanzia e l’inizio dell’età adulta, anni cruciali in cui è facile perdersi proprio perché anche solo pochi mesi fanno una differenza epocale per la propria autopercezione.
A venticinque anni si è vittime dell’idea inconscia di tornare bambini, alle prese con l’ingresso in un mondo dei grandi a cui si ambisce, ma di cui si ha molta paura. A quindici, d’altro canto, tutto il mondo gira intorno a sé e nulla è impossibile, anche essere meglio degli adulti, grazie soprattutto a propria quel tipo di incoscienza che è antidoto eccezionale contro la preoccupazione.” - Continua
C’è di che deliziarsi anche leggendo le recensioni negative…
🧁 Fanpage:
”Il ragazzo [Cooper Hoffman] è straordinario: di diverso dal padre ha solo i colori ma lo ricorda con una precisione chirurgica, pur essendo se stesso. Tutto, dalla gestualità al manifesto talento, ci dice che sia nata una stella, un enfant prodige come ben pochi ne capitano a cucciolata di generazione. […] Cooper nel ruolo di Gary Valentine regala un’interpretazione perfetta pure quando resta zitto. Recita con gli occhi, le dita, le punte dei capelli e sospettiamo pure gli alluci. Ogni sua molecola è totalmente impegnata nel regalarci il personaggio, come fosse per lui un gesto di routine, qualcosa di perfettamente naturale. I comuni mortali respirano restando in vita senza farci caso, lui recita allo stesso modo.” - Continua
🍭 Dov’è la vera forza motrice? Non ho dubbi: è in Cooper Hoffman!
Che sia lui la ragione per la quale ho dedicato questa newsletter interamente a Licorice Pizza? Credo proprio di sì.
Un po’ perché il rapporto padre-figlio che si mescola al rapporto talento-destino mi ha sempre entusiasmato e un po’ perché Cooper Hoffman un padre non lo ha più eppure da lui ha ereditato lo sguardo e una spiccata predisposizione naturale per la settima arte.
Tutto questo regala più valore anche ad un film che, onestamente, non possiamo certo definire un capolavoro e che tuttavia racchiude qualcosa di grande in sé.
Sarà davvero la colonna sonora a strizzarci l’occhio? Sicuramente è una componente essenziale, senza la quale il film perderebbe molto del suo appeal.
Sarà la prematura morte di Philip Seymour Hoffman a toccarci indirettamente quando vediamo suo figlio sul grande schermo?
Forse è tutto questo e nulla di tutto questo a fare la differenza: perché qualche volta è bello, è liberatorio farsi rapire da un personaggio e soprattutto dalla storia della persona che c’è dietro. A volte senza scervellarsi nel capire il motivo.
❣️ A chi parla davvero Licorice Pizza? Parla a tutti noi, ai nostri sogni mai realizzati, alle carezze bloccate nel tempo e mai date, a quelle speranze in fondo mai spente.
A me ha ricordato quanto fosse bello illudersi, sperare nel mondo e nel futuro.
Mi ha ricordato quanto da adolescente credessi nel fato che fa incontrare le persone e le fa inseguire, legandole con un filo che non si spezza nemmeno per via della distanza.
❓ E tu hai visto Licorice Pizza? Ti è piaciuto?
Se hai intenzione di vederlo, te lo consiglio anche in lingua originale.
Da oggi cercherò di recuperare più film, partendo magari proprio dai precedenti di P.T. Anderson e provando ad approfondire un pochino la loro conoscenza come ho fatto con Licorice Pizza.
Non è in fondo già questa la magia del cinema? Destarci dalla pigrizia.
✅ Se vuoi recuperare anche tu i suoi lungometraggi, eccoti l’elenco:
Sydney (Hard Eight) (1996)
Boogie Nights - L'altra Hollywood (Boogie Nights) (1997)
Magnolia (1999)
Ubriaco d'amore (Punch-Drunk Love) (2002)
Il petroliere (There Will Be Blood) (2007)
The Master (2012)
Vizio di forma (Inherent Vice) (2014)
Il filo nascosto (Phantom Thread) (2017)
Tu da quale cominceresti e quali altri film vorresti recuperare? Qual è il tuo film del cuore e perché?
Raccontamelo nei commenti, se ti va.
Per stavolta è tutto, spero che il sorso (più lungo) ti sia piaciuto.
Ci vediamo al prossimo sorso e ricorda: leggi responsabilmente.
Laura