Le mie mamme in cucina
Manicaretti amarcord: sì, le mie mamme sono 3 e questa newsletter arriva quasi di notte
Stasera ho deliziato il mio palato con 4 generosi pezzi di gateau di patate e 6 biscotti a forma di mascherina di carnevale. Non ho timore a confessarlo, la mia bilancia parla chiaro e anche la mia pancia a dirla tutta.
Ma non è del mio peso che voglio narrarti oggi.
Voglio piuttosto raccontarti che stasera sono stata così felice di mettermi a tavola e godermi la cena che ho pensato a quanto io sia fortunata. Ho pensato anche alle artefici della mia fortuna: si tratta di tre donne, tre mamme, una anche nonna oltre che mamma.
Ispirata da Conserve, la nuova meravigliosa newsletter di Mariachiara Montera, ho pensato molto in questi giorni a chi mi dona il cibo, il nutrimento, a chi con le sue mani crea grandi magie che si mangiano e che mi abbracciano.
Ho pensato a chi mi dona la gioia per terminare o proseguire una giornata, anche quando quella giornata sembra buia e fredda sotto ogni punto di vista.
Accomodati, quindi. Pensa al tuo cibo preferito, ai manicaretti più buoni che tu abbia mai assaggiato, pensa alle mani di chi li prepara o li ha preparati per te.
E ora tuffati tra le dolci mani delle mie mamme.
🍝 Assunta
Le mie mamme sono tre, questo ormai lo hai capito già.
Parto dalla prima: quella che mi ha dato la vita.
Si chiama Assunta, detta Tina.
Tina è una donnina minuta che oggi sorride più di un tempo e che adesso ha imparato ad abbracciare fortissimo le persone a cui vuole tanto bene.
Per dirti “ti voglio bene”, lei cucina. E cucina benissimo.
Con i suoi condimenti gustosi puoi leccarti i baffi per ore.
Se ti vede con il piatto vuoto, ti chiede se ne vuoi ancora. Abbonda nelle porzioni, abbonda nei condimenti. E tutta questa abbondanza - che lei puntualmente nega - va di pari passo con l’abbondanza del suo affetto: smisurato.
Con il suo amore puoi riempire centinaia di piatti, e ti avanzerebbe comunque spazio per il dolce.
Mamma Tina se la ride quando si accorge che nessuno parla mentre le sue pietanze vengono divorate. Sorniona, in quei momenti chiede “E non dite niente? Com’è?”
Mio cognato esordisce di solito con svariati “Moh”: eh già, la sua goduria si conta in “Moh”, ovvero la tipica esclamazione barese che indica immenso apprezzamento.
Mamma Tina mi prepara la torta con le nocciole, le lasagne e i bucatini al forno, lo strudel, la pizza rustica di verdure, la pizza di patate e mille altre prelibatezze di cui non mi stancherei mai.
Mi aiuta a sopravvivere alla mia scarsa pazienza in cucina. Mi salva ogni settimana. Da quando io e lei non viviamo più insieme, il nostro amore si è amplificato: inoltre prepara ogni domenica, per me e per il mio compagno, una busta piena delle sue leccornie. Si va dalle verdure lesse, alla pasta al forno, alle pizze, agli involtini di melanzane ripiene, ai peperoni con dentro il riso e il tonno.
La lista sarebbe infinita e ti tedierei, se continuassi a elencarti quello che mamma Tina prepara per me.
Lei mi ha dato la vita, e me la ridona ogni settimana. Spesso, la domenica, mi lava anche i capelli e me li asciuga con amore cercando, come piace a me, di “mantenere vivo il riccio”. Il perché di questa pratica domenicale forse te lo racconterò, un giorno.
🥘 Costanza
La mia seconda mamma si chiamava Costanza.
Si tratta della mia nonna materna che non c’è più. O almeno non c’è più su questa Terra e non nelle forme a cui siamo abituati a pensare alla vita. Perché - credimi - io sono certa che lei ci sia ancora, da qualche parte, in qualche posto meraviglioso.
Da alcune settimane abita spesso i miei sogni.
Ignoro il motivo, ma ultimamente la sogno nel suo habitat naturale: nella sua casa, quella in cui sono cresciuta insieme a lei e di cui ho ricordi vividissimi risalenti alle scuole elementari. Precisamente la sogno indaffarata in cucina.
Nei miei sogni nonna Costanza è sempre alle prese con i fornelli e poi, una volta terminata la preparazione, mi osserva mangiare le sue delizie. Proprio qualche giorno fa mi ha preparato pasta e ceci, ieri è stata la volta della carne arrostita.
Se continuo a sognarla mentre cucina, prima o poi mi chiederà perché non la smetto di farla lavorare così tanto. Pensa che nel sogno della scorsa notte le avevo addirittura portato ospiti a casa, quindi ha dovuto cucinare almeno per 6 o 7 persone.
In effetti, ora che mi ricordo, avevo un pochino la faccia contrariata.
Nonna è stata la donna delle prelibatezze “proibite”. Per me a per mia sorella Anna lei preparava le pettole fritte, le marmellate, i wurstel arrostiti in padella, le frittate. E poi era la donna del “nocino” (liquore alle noci), delle conserve e della salsa di pomodoro.
L’immagine che ho di lei in questo periodo della vita mi è molto cara: me la immagino sempre intenta ai fornelli, nel suo cucinino, mentre sotto la luce di un neon sgarrupato prepara senza sosta quello che ci piace e quello che le piace mangiare.
Nonna Costanza è stata la donna del tè con i crackers, dei biscotti e dei taralli “scaldati” riposti nell’armadio in camera da letto. Mi ci specchiavo in quell’armadio, quando nonna lo apriva per pettinarsi e sistemare il vestito.
Oggi mi restano i ricordi di lei e di quei luoghi, del suo balcone, della sua cassapanca e della scrivania con i fiori e le foto dei defunti.
Sono ricordi così vividi da sembrarmi, te lo giuro, più veri che mai.
Nonna è sempre con me.
🥧 Isabella
Con la mia terza mamma non ho legami di sangue, ma un po’ è come se li avessi.
Si chiama Isabella - un nome che ho sempre amato moltissimo - ed è la mamma del mio compagno.
Come dicevo qualche rigo più sopra, sono una persona fortunata. Isabella ci prepara ogni giorno il pranzo, che ripone con amore in scodelle di alluminio indicando sopra il nome della pietanza.
I suoi dolci regalano gioia, le sue cene sono un inno alla bellezza e all’amore per quel che si fa.
Isabella ama la sua vita, l’ha sempre amata. Si vede dalla cura che mette nelle cose che fa per le persone che ama, si vede dal suo sorriso e dai suoi occhi.
Con lei vai sempre sul sicuro: ricette semplici, condite il giusto, con qualche sprazzo di creatività e ironia.
Ama fare foto alle sue prelibatezze, un modo per conservarne un ricordo sempre vivido. Le piace sperimentare, scoprire ricette nuove ma anche rivisitarle mettendo meno zucchero nei dolci e cercando la parte “sana” anche in quelli in assoluto più golosi.
Ho perso il conto di quante varianti di tiramisù ha realizzato.
Isabella è amore e gioia di vivere. Un amore incondizionato che dona anche a chi entra nella sua vita ed è capace di meritarsi la sua fiducia.
Queste sono le mie 3 mamme, questa è il racconto di come il cibo possa farsi storia e memoria. Ma anche presente e quotidianità. E la tua storia di quali cibi racconta?
Prova a pensarci e scrivimelo nei commenti, se ti va.
Ci vediamo al prossimo sorso.
E ricorda: leggi responsabilmente
Stavolta ti mando anche un grande abbraccio!
Laura