I papà sono come amarene sulle zeppole
Tre istantanee di vita, tre declinazioni di padre che ricordano le amarene con cui si farciscono le zeppole di San Giuseppe
✒️ Quanto può essere difficile scrivere un incipit? Scrivere questo qui è stato difficile per me, perché ogni volta che provavo a formulare la prima frase partivo sempre con un “non”.
Dicono non si faccia. Dicono che si debba sempre porre le frasi in positivo quando si scrive a qualcuno, ma la mia esperienza da figlia di un padre assente non è stata sempre positiva. Ecco perché, forse, oggi d’istinto sono stata tentata di aprire questa newsletter con il “non”.
E invece parto in positivo, perché è così che è giusto affrontare la vita.
In occasione della giornata dedicata ai papà ho pensato di scriverti per raccontarti quanto di bello ho imparato dai papà che hanno farcito la mia vita come amarene sulle zeppole del giorno di San Giuseppe.
🌸 E tu a quali padri ti ispiri? Cosa ti hanno lasciato nel cuore e cosa ti dimostrano ancora ogni giorno?
In questi ultimi anni ho pensato molto al ruolo positivo che i padri hanno. In questi ultimi mesi, in particolare, un Giuseppe (guarda caso) a me molto vicino ha dovuto affrontare una tragedia familiare. Ora vedo anche lui come un padre quando si prende cura della sua mamma, quando le accarezza il volto, quando si preoccupa per lei o le fa muovere il braccio per riabituare i muscoli al movimento. Nel suo volto c’è apprensione e amore, l’amore sconfinato che un figlio prova per la propria madre ma anche, adesso, l’istinto di accudimento di un bravo papà premuroso.
✨ I padri sono ovunque. I papà buoni sappiamo riconoscerli ed è a loro che dedico questa newsletter come fosse una letterina piena di cuoricini dedicata a tutti i papà del mondo. A quelli bravi soprattutto ma, in fondo, un po’ a tutti. Perché il bene si merita, è vero, ma il bene dobbiamo provarlo prima di tutto noi verso gli altri per essere persone migliori.
🦸♂️ Ecco quindi le tre amarene con cui voglio deliziare i tuoi occhi oggi.
Si tratta di tre racconti di paternità visti con gli occhi di una figlia.
Tre modi di intendere il ruolo di padre.
Tre storie in cui spero tu possa ritrovare anche la tua storia.
Padre: il fischio di un treno che parte, le rime di una canzone
Ho conosciuto un padre.
Sorriso che si allarga generoso come una brioche aperta tra le mani, battuta sempre pronta ad esser tirata fuori dalle pieghe della tasca, animo buono e senza vanto come la luce che irrora le stanze nelle mattine di luglio inoltrato.
Le spalle curve sono ereditate dal passato, gli occhi vispi si avvinghiano al futuro perché vogliono una nuova strada da lastricare.
Se provo a pensare a un padre, penso a lui: il suo sguardo accogliente e familiare è la prima immagine che adesso si materializza se chiudo gli occhi.
Un padre come tanti, non il mio ma in qualche modo anche il mio. […]
Mio nonno, le arance sbucciate, i taralli scaldati
Giuseppe era il suo nome.
Grandi mani forti, pollici leggermente ricurvi e imponenti. Lineamenti del volto marcati a fare da contorno a due occhi simili a fessure. O forse me li ricordo stretti per via del suo sorriso.
Rideva spesso, e a volte cantava quando eravamo insieme. Aveva combattuto la seconda guerra mondiale come sergente maggiore dell’esercito, ma non ho fatto in tempo a chiedergli di raccontarmi qualche aneddoto di quegli anni.
Lo osservavo, incantata, mentre sbucciava la sua frutta. Sedeva a capotavola, e io accanto a lui restavo seduta sul divano. […]
La storia di Natale e le epifanie sul concetto di lavoro
Aveva appena 12 anni e mezzo Natale quando, non sapendo quale rischio correva, infilò nell’impastatrice la mano che andò a finire esattamente tra le lame.
Si procurò così un grosso taglio, un intervento chirurgico per salvare la mano e 13 punti di sutura. All’epoca lavorava in un panificio e cominciava ad imparare il mestiere di panettiere dopo aver lavorato per due anni come garzone delle consegne trasportando, sulle spalle, grossi cesti carichi di pane e altri prodotti. […]
E adesso, se ti va, raccontami nei commenti il tuo (o i tuoi) papà. Sarei molto felice di leggerti!
Per stavolta è tutto, ti mando un grandissimo abbraccio!
Ci vediamo al prossimo sorso... nel frattempo goditi delle buone zeppole.
E ricorda: leggi responsabilmente!
Laura